Azionisti della Popolare di Vicenza in rivolta
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Oltre 200 richieste di assistenza alla Federconsumatori dopo la svalutazione dei titoli della banca. Ipotesi “class action”
Una richiesta di risarcimento danni nell’auspicio di arrivare subito a una soluzione stragiudiziale altrimenti sarà inevitabile adire le vie legali.
La Federconsumatori è decisa a utilizzare tutti i mezzi che la legge mette a disposizione dei risparmiatori, pur di andare incontro alle richieste che da giorni arrivano ai suoi sportelli da parte di possessori di azioni della Banca Popolare di Vicenza.
Il problema è presto spiegato: il CdA della banca, poco più di un mese fa, aveva comunicato la svalutazione del valore delle sue stesse azioni nella misura del 23,2 per cento, facendo così perdere improvvisamente a coloro che avevano investito nei titoli dell'istituto una considerevole parte dei loro risparmi.
C’è chi ha perso fino a 20 o 30mila euro, nonostante la banca avesse sempre assicurato agli investitori che, trattandosi di azioni il cui valore non veniva determinato in borsa ma dal consiglio d'amministrazione, non vi erano rischi.
Affermazione che i clienti avevano giudicato sufficiente.
La banca vicentina ha intanto diffuso un comunicato nel quale si afferma che «il CdA, esaminata la stima effettuata dall’esperto indipendente designato dall’istituto, così come previsto dallo Statuto – si legge nel testo - ha deliberato di proporre all'approvazione dell’assemblea dei soci un valore dell’azione pari a euro 48. La determinazione di tale valore è riconducibile agli effetti del “Comprehensive Assessment”, cioè della valutazione sullo stato di salute della banca, effettuato dalla BCE e ai conseguenti impatti sul patrimonio e sul target di capitale».
Il presidente della banca, Gianni Zonin, ha aggiunto che: «L’evoluzione del contesto normativo e regolamentare, unito agli effetti della lunga crisi economica, hanno indotto il CdA a proporre un adeguamento del valore dell’azione coerentemente con le rigorose analisi condotte dal perito indipendente».